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» Musica in rete: il futuro del mercato č nelle playlist
InternetrobiuliaScrive: Il modello economico per la vendita delle canzoni on line si orienta verso la condivisione delle compliation. Una tendenza inventata da siti specializzati e ora adottata anche dagli store tradizionali, come Rhapsody

Difficile determinare in quale direzione si stia dirigendo il mercato musicale on line: i cambiamenti di tendenza dettati dagli utenti e dalle alte sfere degli store musicali stanno dando origine a una serie di servizi alternativi a quelli conosciuti, soprattutto per tentare strade diverse dalla classica vendita a brano.

Quindi, anche se iTunes Music Store, il servizio di vendita di Apple continua a registrare notevoli successi di vendita - sfiora ormai l'80% di questo mercato - gli oservatori del settore cercano di intuire il percorso d'evoluzione.

Secondo Robert Burke, creatore del sito The Radish, una direzione auspicabile dovrebbe seguire la logica della playlist creata dagli utenti per essere condivisa; The Radish č un sito compatibile con i servizi musicali di Yahoo e quelli di RealNetworks.

Sono ormai molti i servizi dedicati alla condivisione delle playlist: Yahoo ha recentemente annunciato l'aquisizione di (WebJay.org, una "playlist community" avanzata che permette di postare playlist basate anche su contenuti video, con opzioni di voto o commento, compatibile coi maggiori player musicali come iTunes, Windows Media Player, QuickTime, Real e WinAmp. Yahoo, con il servizio Music Engine, permette gią la creazione e la condivisione di playlist fruibili anche attraverso i servizi di chat.

A completare il quadro vengono a presentarsi tutti quegli Store musicali che puntano su abbonamenti flat basati sull'accesso illimitato alle risorse musicali, in contrapposizione con il concetto di download e di acquisto di un singolo brano.

Per ora tuttavia, come ricordano alcuni dati di Jupiter Research, la crescita dell'uso delle playlist on line non č ancora abbastanza consistente per poter rappresentare un mercato significativo.

D'altra parte, uno studio recent della Harvard University e Gartner Group, prevede che entro il 210, il 25 per cento delle vendite sarą generato dai consumatori che si segnaleranno canzoni reciprocamente. Insomma, un altro colpo del Web 2.0 ma anche una edizione aggiornata delle compilation casalinghe su cassetta e, da qualche anno su cd.

Anche Rhapsody, lo store di RealNetworks, sembra voler puntare sui nuovi sistemi di fruizione: ha dato il via infatti alla condivisione di playlist ai propri utenti, usando l'email come mezzo.




In effetti, anche lo Store musicale di Apple offre la possibilitą ai propri utenti di condividere delle playlist tramite la funzione iMix, ma il servizio č basato soltanto sulla promozione all'acquisto: non offre infatti, tracce complete ma semplicemente una preview di qualche secondo.
Se davvero il mercato musicale vedrą la fine del supporto fisico come mezzo di utilizzo e "possesso" della musica, i servizi a pagamento di streaming illimitato basati su playlist senza tasse aggiuntive potrebbero essere una direzione probabile verso la quale vedremo il mercato musicale di domani - sperando di non incappare mai problemi di banda.

 
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