Si potrà sapere in anticipo se un file musicale, una pagina web, un'immagine o un video, sono utilizzabili senza incorrere nella violazione del diritto d'autore
Roma, 15 dic. (Adnkronos) - Novità allettanti per i navigatori di Internet. Potranno sapere in anticipo se un file musicale, una pagina web, un'immagine o un video, sono utilizzabili senza incorrere nella violazione del diritto d'autore. Le opere d'ingegno esistenti in rete, infatti, presto potranno essere contrassegnate dalle licenze Creative Commons, nate negli Usa e appena approdate in Italia. Sono l'alternativa, che già si prevede vincente, al restrittivo copyright previsto per legge.
Ad adattarle alla giurisprudenza italiana ci ha pensato il Dipartimento di scienze giuridiche dell'Università di Torino, mentre l'Istituto di elettronica e di ingegneria dell'informazione e delle telecomunicazioni (Ieiit) del Consiglio nazionale delle ricerche si è impegnato a renderle fruibili in rete nell'ambito di un progetto i cui risultati saranno presentati domani a Torino alle 14.30 presso la Fondazione Giovanni Agnelli. ''Il progetto 'Creative Commons' - spiega Juan Carlos De Martin dell'Ieiit del Cnr - avviato in America nel 2001, è nato allo scopo di offrire una protezione più flessibile alle opere di ingegno tutelate dal diritto d'autore e, nello stesso tempo, di favorire la diffusione di contenuti creativi attraverso strumenti di facile e libero utilizzo''.
Le licenze sono sei. La prima prevede solo l' 'attribuzione': significa che è obbligatorio, in ogni caso di utilizzo, menzionare sempre il nome dell'autore dell'opera; la seconda prevede l''attribuzione-non commerciale', ossia sancisce il divieto di fare un uso ai fini di lucro del lavoro; la terza licenza, più restrittiva, oltre alle prime due clausole, aggiunge il divieto di produrre 'opere derivate', ossia di modificare l'originale; la quarta invece consente sia di commercializzare l'opera presa da internet sia di produrne opere derivate; la quinta e la sesta contemplano la 'attribuzione e la condivisione allo stesso modo': se si modifica un'opera, bisogna poi farla circolare con la stessa tipologia di licenza dell'originale. La sesta aggiunge anche il divieto di fare del prodotto un uso commerciale.