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toninScrive: Nel nuovo libro di Giovanni Paolo II presentato a Francoforte
l'analisi dei grandi temi della modernità e il senso della storia
FRANCOFORTE - Il comunismo è stato un male
in qualche modo necessario al mondo e all'uomo. Lo sostiene Giovanni Paolo II nel suo ultimo libro, dal titolo Memoria e identità, che è stato presentato oggi alla Fiera internazionale del libro di Francoforte.
Nel primo dopoguerra, racconta il Papa in questo volume che prende in esame i grandi problemi della modernità e risponde agli interrogativi più profondi dell'uomo, "fu subito chiaro che ciò (il comunismo, ndr) sarebbe durato per un tempo molto più lungo di quello nazista. Ciò che veniva fatto di pensare era che quel male fosse in qualche modo necessario al mondo e all'uomo", scrive il Papa, rimarcando che "in certe concrete situazioni dell'esistenza umana il male si rivela in qualche misura utile - utile in tanto quanto crea occasioni per il bene". Citando poi il Faust di Goethe, il Pontefice ricorda come il diavolo possa essere definito anche come "una parte di quella forza che vuole sempre il male ma compie sempre il bene".
Quanto al nazismo, Giovanni Paolo II precisa che all'epoca "la reale dimensione del male che imperversava in Europa non fu percepita da tutti, nemmeno da quelli come noi che vivevano al centro di quel vortice", e ammette che "per lungo tempo l'occidente non volle credere allo sterminio degli ebrei.
Neppure in Polonia si sapeva tutto su ciò che i nazisti avevano fatto e facevano ai polacchi".
E' il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls a parlare del libro. Memoria e identità nasce dal dialogo, cominciato nel '93 a Castel Gandolfo, tra il Papa e due professori di filosofia, un esercizio di maieutica secondo il metodo socratico.
Nel libro si leggono anche concetti come questo: "Se la libertà cessa di essere collegata con la verità e comincia a rendere la verità dipendente da sé, pone le premesse logiche di conseguenze morali dannose, le cui dimensioni sono a volte incalcolabili". Rifacendosi ad Aristotele, poi, il Papa ricorda come la libertà sia "una proprietà della volontà, che si realizza per mezzo della verità e viene data all'uomo come compito da realizzare". Non c'è libertà, quindi, senza verità, sottolinea il Pontefice, precisando che il sistema aristotelico delle virtù, ripreso nel Medioevo da San Tommaso, non è "un sistema astratto e aprioristico, poiché Aristotele parte dall'esperienza del soggetto morale". La libertà, in conclusione, viene data all'uomo da Dio "come dono e al tempo stesso come compito".
A proposito infine della scelta dell'editore, caduta sulla Rizzoli dopo che per due volte il Papa aveva pubblicato con Mondadori, Navarro precisa che è dovuta a "un ragionevole criterio di alternanza".
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