Software illegali in calo nelle province di Prato, Livorno e Firenze
Data: Martedì, 23 dicembre Argomento: Software
(Sesto Potere) -Prato - 23 dicembre 2003 - Le rilevazioni effettuate da Microsoft nelle province di Prato, Livorno e Firenze hanno messo in evidenza tra i rivenditori un significativo calo dell’offerta di software illegale rispetto agli anni passati I dati delle tre province sulle quali i Mistery Shopper hanno effettuato i controlli sono confortanti: a Livorno solo il 10% dei rivenditori visitati ha proposto un’offerta irregolare...... continua
a Firenze e Prato la percentuale riscontrata è addirittura inferiore, risultando in entrambe le città prossima al 5%. Il fenomeno della distribuzione di software duplicato abusivamente si manifesta sempre più spesso con la pratica denominata hard disk loading (HDL), tramite la quale i rivenditori installano software privo di licenza d’uso sui PC che poi vengono venduti a consumatori e aziende a prezzi particolarmente allettanti. I Mistery Shopper, compratori fittizi inviati da Microsoft a seguito di segnalazioni provenienti da utenti e rivenditori onesti stupiti da evidenti differenze di prezzo su prodotti simili, hanno lo scopo di individuare tali pratiche illecite. I dati in dettaglio della campagna che Microsoft ha condotto a ottobre in tre città della Toscana evidenziano come Prato sia la provincia in assoluto meno colpita dal fenomeno dell’offerta di software Microsoft non originale: su 20 punti vendita visitati dai Mistery Shopper, solo 1 è risultato non in regola. A Firenze l’indagine ha coinvolto 39 negozi, dei quali solo 2 hanno attuato politiche commerciali che violano la legge sul diritto d’autore. Infine, per quanto riguarda la terza provincia toscana coinvolta, Livorno, i dati dimostrano che su 20 rivenditori visitati, 2 hanno offerto copie non originali di prodotti Microsoft. In totale, dunque, su 79 punti vendita coinvolti nella campagna, solamente 5 sono risultati non in regola con l’offerta di software, per un tasso medio di illeciti pari al 6,3%. I dati rilevati nel corso dell’indagine effettuata da Microsoft sono ancora più significativi se comparati con quelli relativi alla media nazionale calcolata sulla base delle precedenti rilevazioni, che si attesta intorno al 32%. Inoltre, nel corso di una campagna condotta da Microsoft nella regione Toscana circa due anni fa, erano emerse percentuali di attuazione di pratiche illegali molto più elevate: su 50 punti vendita visitati, ben 14 si erano contraddistinti per offerte che violavano le norme a tutela del diritto d’autore, con una percentuale del 28%. “Il dato relativo alla regione Toscana, che emerge dalla campagna recentemente realizzata, va accolto con soddisfazione, in quanto testimonia una crescente presa di coscienza del valore del software originale e dei rischi che la pirateria informatica può comportare sia per le aziende che utilizzano prodotti software non originali, sia per i rivenditori che ne effettuano la distribuzione”, ha dichiarato Norberto Didier, Direttore Antipirateria di Microsoft Italia. La recente operazione condotta da Microsoft in tre città toscane si inserisce all’interno di una politica dell’azienda che mira alla tutela dei consumatori e dei rivenditori che si comportano onestamente. Gli uni si trovano infatti ad utilizzare prodotti incompleti, privi di qualunque garanzia e supporto del produttore, gli altri a operare in un contesto di mercato dove le normali dinamiche concorrenziali vengono falsate. Non solo, il software copiato illegalmente ha gravi impatti negativi sull’economia e sullo sviluppo del settore informatico; un comportamento conforme alla legge da parte di rivenditori e utenti permette al contrario di generare un insieme di benefici per il sistema socio-economico locale, quali un maggior flusso di investimenti nel settore high-tech, un maggior gettito fiscale oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro. Uno studio realizzato nel 2003 da IDC per conto di Business Software Alliance, l’associazione dei produttori di software che ha lo scopo di combattere il fenomeno della pirateria informatica, ha stimato infatti che una riduzione pari al 10% della pirateria nel software entro il 2006 garantirebbe la creazione in Italia di 17.000 nuovi posti di lavoro nel settore IT e un incremento del gettito fiscale pari a 1,8 miliardi di euro. La regione Toscana si posiziona al sesto posto tra le regioni italiane per percentuale di operatori nel settore IT e al quinto posto a livello nazionale per la presenza di piccole e medie imprese sul territorio. “In quest’ottica, i risultati forniti dalla campagna contro la pirateria informatica in una regione strategica come la Toscana rappresentano senza dubbio un segnale incoraggiante e dimostrano come con un’attenta e continua opera di sensibilizzazione dei consumatori e dei rivenditori il fenomeno possa essere arginato”, ha concluso Didier.
Articolo tratto da www.infomanager.it
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