In testa, oramai da quattro mesi, Zafi-D che rappresenta da solo il 45,1% delle segnalazioni. Tra i falsi allarmi 'Hotmail hoax' mantiene saldamente la prima posizioneRoma, 31 mar. (Adnkronos Mak) - Zafi-D continua a mietere vittime in rete. Il virus, la cui prima comparsa risale alla fine del 2004, ha mantenuto per il quarto mese consecutivo la vetta della classifica di marzo stilata da Sophos, che contiene le dieci minacce che si trovano in giro per il web.
Il codice maligno ha rappresentato il 45,1% delle segnalazioni ricevute. Oltretutto, una sua variante denominata Zafi-B è al terzo posto, ma con una percentuale notevolmente più bassa (5,9%). Tra le due varianti, al secondo posto c'è Netsky-P (21%).
Quello che risalta dalla classifica, comunque, è la presenza di numerosi virus 'vecchi', con il solo Sober-K (al quarto posto con il 5,8%) apparso per la prima volta agli inizi dell'anno. Il resto della classifica, infine, è tutta occupata dal quinto al decimo posto -tranne l'ottava posizione in mano a MyDoom-O- da varianti di Netsky. In tutto il mese di marzo, Sophos ha analizzato 1.225 nuovi virus. Secondo i dati diramati, una email su 38 ricevuta in tutto il mondo conteneva un virus. La cifra, sottolinea la società, è significativamente in diminuzione rispetto al mese passato, quando la proporzione era di una su 28.
Ma non ci sono solo i virus. Sempre a marzo prosegue l'assalto dei falsi allarmi, detti hoax. 'Hotmail hoax' è in testa da nove mesi, con il 44,3% delle segnalazioni, seguito lontanamente da 'Meninas da Playboy' (7,9%) e 'Bonsai Kitten' (5,4%). "'Il falso allarme Hotmail continua ad essere il più rilevante -spiega un comunicato della società- rappresentando questo mese quasi la metà di tutti i falsi allarmi segnalati a Sophos, mentre quello dello Tsunami è diminuito drasticamente".
Secondo Sophos, quindi, "gli utenti che inoltrano le email di queste catene di Sant’Antonio ai loro colleghi, amici e famiglie stanno inconsapevolmente infettando server e caselle di posta. Gli impiegati possono fermare tutto ciò applicando policy aziendali che assicurino agli utenti di distruggere invece di inoltrare tutti i messaggi indesiderati".