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Attivista: ''La richiesta di informazioni è partita dalla procura di Bologna nell'ambito dell'inchiesta sulla Federazione Anarchica Informale''
Milano, 14 ott. (Adnkronos) - Il sito italiano di Indymedia (italy.indymedia.org o www.indymedia.it) è tornato on line. I server messi sotto sequestro dall'Fbi la scorsa settimana, infatti, sono stati dissequestrati ieri. A spiegarlo sono fonti di Indymedia, la rete di informazione alternativa del movimento contro il neoliberismo, o no global. I server sono gestiti dalla società Rackspace, statunitense, ma fisicamente stanno a Londra.
''La richiesta di acquisizione di informazioni è partita dalla Procura di Bologna -sostiene un attivista di Indymedia, citando fonti che definisce più che attendibili ma che preferisce non rivelare- nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla pm Marina Plazzi sulla Federazione Anarchica Informale (sigla che ha 'firmato' diversi pacchi bomba, ndr)''.
A quanto sostiene l'attivista, la richiesta della Procura avrebbe riguardato i server della Rackspace, sui quali 'gira' il sito italiano. Il Federal Bureau of Investigations avrebbe risposto alla richiesta presentandosi nella sede della Rackspace a San Antonio, in Texas, e facendosi consegnare i dischi, che fisicamente stavano a Londra.
La Procura felsinea, sempre secondo quanto sostiene l'attivista, non avrebbe quindi convalidato il sequestro, per cui l'Fbi avrebbe proceduto a dissequestrarli. I dischi, spiega l'attivista, sono stati restituiti: ''Non li abbiamo ancora messi on line -dice- perché non ci fidiamo''. Al momento infatti il sito 'gira' su macchine di riserva, quindi non sono state ancora ripristinate tutte le funzioni.
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